Il takatekote è un bondage in cui le mani sono legate dietro la schiena. Questa legatura è anche nota semplicemente come TK.
È una legatura iconica di ogni stile di shibari e kinbaku. Ogni maestro ne ha affinato uno nel corso degli anni di pratica, rendendolo quasi la propria firma. Spesso i diversi modi di legare le braccia in questa posizione prendono il nome dal maestro che li ha perfezionati. (Osada TK, Naka TK, Kanna TK…)
Takatekote nei corsi di bondage
Durante i nostri corsi di bondage, come pure in quelli degli altri istruttori certificati Kinbaku Luxuria, si insegna un takatekote ispirato alla versione di Naka Akira, nella variante poi ingegnerizzata e migliorata da Riccardo Sergnese per soddisfare gli standard di sicurezza occidentali, ma conservando la bellezza austera dell’estetica tradizionale giapponese.
In questo takatekote in particolare ci sono diversi dettagli che comunicano i principi dello stile.
Filosofia del Takatekote
Innanzitutto è importante legare in seiza, il modo di sedere Giapponese. In questo modo la schiena è in posizione eretta, le spalle rilassate, la respirazione naturale. Il seiza è una posizione versatile, che consente al top di muoversi agilmente sulle ginocchia e sulle punte dei piedi, e al bottom di rilassarsi completamente, e mantenere un atteggiamento passivo.
I polsi vengono legati stretti, in alto dietro la schiena. Immediatamente le mani non sono più libere di muoversi, e comunicano al bottom la sensazione di essere sotto il controllo del top.
Le mani procurano il cibo. Sentirsi le mani legate strette produce una risposta emotiva molto forte nella mente di chi è legato.
In altri stili è previsto che la corda intorno ai polsi venga lasciata più morbida, per permettere alla persona legata di cercare una posizione più confortevole. In questo specifico takatekote invece, non c’è modo di cercare sollievo; è necessario accettare la sfida che la corda lancia al corpo, e vivere l’esperienza con spirito di accettazione, fiduciosi nelle capacità del partner e nel suo desiderio di prendersi cura della persona legata.
Una volta legati i polsi, la corda cinge le spalle, stretta. Il top si mantiene a distanza mentre avvolge questa prima corda, sottolineando con la distanza fisica lo scambio di potere consensuale che le parti stanno mettendo in atto. Chi lega prende il controllo, e chi si fa legare si affida completamente al partner. La distanza fisica sottolinea questo aspetto in questo passaggio fondamentale.
Seconda corda
La seconda corda si avvolge da vicino, con un movimento sensuale. Passa sotto il seno (o sotto il pettorale) e riporta in superficie l’immaginario erotico.
Alcuni takatekote invece si legano mantenendo le distanze durante tutto il processo, altri sono molto fisici e richiedono una vicinanza costante tra i partner. Questo nello specifico, va alla ricerca di un’armonia tra le sensazioni fisiche, e i contenuti emotivi veicolati.
Per concludere, le corde che passano sotto il petto, vengono serrate saldamente da un’allacciatura che si chiude dietro la schiena. Questo passaggio si chiama “kannuki”, che significa “spranga”, come quella che potremmo usare per bloccare un pesante portone. Lo scopo del kannuki è proprio quello di “sprangare” il bottom all’interno, con un messaggio che non lascia dubbi: ora è completamente bloccato e accetta fiduciosamente la volontà del top, certo della cura e della compassione di quest’ultimo.
Precauzioni
Il takakote è una legatura che richiede attenzione. Se eseguita male può facilmente procurare compressone del nervo radiale. Accertati di studiare il takatekote con un istruttore esperto.