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Rope Tales by Kirigami - Bondage, Shibari, Kinbaku - Milano - corsi ed eventi

Bondage

Fra le pratiche attinenti alla sfera della sessualità alternativa, il bondage è probabilmente la più diffusa. Dato il grande successo della legatura erotica in stile giapponese, quando oggi si sente la parola “bondage” il pensiero corre subito alle corde e ai kimono. In questo articolo spiegherò che il vero significato del termine è molto più ampio, e certamente non si limita ad indicare soltanto l’uso della corda sul corpo.

Definizione

Il bondage è una pratica che consiste nell’impedire o limitare temporaneamente il movimento, la capacità percettiva o la parola di un’altra persona. Viene solitamente svolta con finalità erotica.
Naturalmente le corde non sono l’unico strumento in grado di immobilizzare una persona.

Strumenti

leather bondage

Questi sono soltanto alcuni esempi di strumenti, diversi dalla corda, con i quali è possibile limitare o impedire i movimenti di un partner:

  • Manette
  • Ceppi
  • Polsiere e cavigliere
  • Catene
  • Camicie di forza

A volte viene soltanto ridotta la capacità percettiva del partner passivo, usando ad esempio:

  • Bende per gli occhi
  • Tappi per le orecchie
  • Cuffie
  • Guanti per limitare il senso del tatto

Rope bondage

Quando la libertà di movimento viene limitata con l’uso di una o più corde, allora si parla di rope bondage.

La corda è un oggetto estremamente versatile, e a questo deve gran parte del proprio successo come strumento di costrizione. Potendosi adattatare perfettamente a ciascun corpo, permette agli esperti di creare legature belle ed efficaci nella maggior parte delle situazioni. Al contrario, le polsiere e altri manufatti specifici sono quasi sempre regolabili, ma di rado lo sono in maniera efficace. Questi strumenti non si possono adattare a tutte le forme, quindi difficilmente possono immobilizzare un corpo molto diverso da quello delle modelle che li indossano nei cataloghi.

Stile occientale e stile orientale

western bondage

La legatura erotica come la conosciamo oggi si è evoluta contemporaneamente in America e in Giappone nel XX secolo.

Mentre John Willie pubblicava la sua rivista Bizarre, in Giappone gli appassionati compravano Kitan Club e Uramado. Nell’estrema semplicità delle prime legature, si possono scorgere diversi tratti comuni e diverse influenze reciproche. Su alcuni numeri di Uramado è addirittura possibile trovare fotografie di John Willie. Nelle immagini accanto è possibile notare le somiglianze tra una legatura di John Willie e una di Minomur Kou.

japanese bondage

In epoca successiva, l’estetica e la struttura dei due stili si sono via via differenziate.
Oggi troviamo un’estetica basata principalmente sull’asimettria e sulla quieta accettazione della sofferenza in Giappone. Dall’altra parte, i praticanti di western bondage, realizzano posizioni simmetriche, spesso evidenziando maggiormente la muscolatura rispetto alle curve femminili.

Differenze tra le diverse scuole orientali

Grazie alla maggiore diffusione della disciplina, anche i diversi maestri giapponesi hanno iniziato a sviluppare stili differenti. Alcuni esempi di maestri attivi in Giappone che possono vantare di essere capiscuola del proprio stile sono:

  • Naka Akira
  • Osada Steve
  • Nawashi Kanna

Vale la pena citare anche Yukimura Haruki, recentemente scomparso per cause naturali.

Forse potrebbe interessarti anche un articolo sulla differenza tra shibari e kinbaku.

Rischi per la salute

Bisogna ricordare che il bondage è un’attività pericolosa. Oltre al rischio evidente di strangolamento dovuto a corde, cinghie o altro intorno al collo, esistono diversi pericoli che devono essere evitati.

Il rischio più noto è il blocco della circolazione sanguigna in un arto. Quando un’estremità cambia colore e inizia a raffreddarsi, è bene iniziare a pensare a come risolvere il problema ripristinando il flusso. Questo tipo di rischio è il più controllabile, perché prensenta sintomi evidenti e lascia al partner attivo il tempo di reagire, soddisfacendo i bisogni del partner passivo.

Meno nota ma molto più pericolosa è la compressione dei nervi. Un nervo compresso può lesionarsi anche in modo traumatico, non graduale. Una volta verificatasi la lesione, i tempi di guarigione possono anche essere molto lunghi. In casi rari può accadere che il nervo non recuperi più la sua funzionalità originale.

Un altro rischio è l’asfissia posturale. Questa si verifica quando il corpo è immobilizzato in posizioni che non consentono di respirare agevolmente. Quando ad esempio il corpo del partner passivo è molto compresso, con le gambe incrociate e il torace legato vicino alle caviglie, a lungo andare la respirazione diventa estremamente difficoltosa. Questo può portare fino allo svenimento. In caso di mancato soccorso l’asfissia posturale può avere anche conseguenze fatali.

Perché avvicinarsi al bondage

Data la pericolosità, molti potrebbero domandarsi cosa spinge milioni di praticanti in tutto il mondo a fare bondage.

Le ragioni sono molteplici e differiscono da praticante a praticante. Alcuni amano la sensazione di costrizione, altri lo scambio dialettico tra il partner attivo e il partner passivo. Spesso l’aspetto estetico è determinante nella scelta dello stile e dei materiali. Tra gli amanti del rope bondage, molti amano la possibilità di creare stimoli diversi su partner diversi. Molti praticanti creano situazioni di maggior sollecitazione fisica o psicologica, a seconda dei gusti propri e di quelli del partner.

In ogni caso, quello che dovrebbe valere per tutti, è il desiderio di interagire in modo stimolante, tra adulti consenzienti che operano in sicurezza.

Come avvicinarsi al bondage

In internet si trovano tutorial gratuiti o a pagamento che possono aiutare i principianti con le legature più semplici. Per chi non ama i nodi ci sono negozi e fornitori online, dai quali è possibile acquistare ogni tipo di strumento per la costrizione. Quando invece si desidera realizzare qualcosa di più complesso, un corso è l’opzione più immediata. La frequentazione di corsi e degli eventi della propria Rope Community, aiuta anche a creare un contesto per le corde. In altre parole, l’osservazione di altri praticanti aiuta a interiorizzare l’estetica e la poetica della disciplina.

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